SI riconosce da ogni belvedere, terrazza, attico e balconata della città. Dopo una sequela di cupole, eccola là, inconfondibile, Sant’Ivo alla Sapienza. E, visto che la chiesa è quasi sempre chiusa (ma l’interno è un capolavoro; se passando su corso Rinascimento notate che la porta è aperta non lasciatevi sfuggire lo spettacolo) la parte più nota è proprio il suo coronamento, progettato – come la chiesa stessa – da Francesco Borromini. E, strano a dirsi, fu forse il suo eterno rivale, Gian Lorenzo Bernini, a fare il nome dell’architetto a papa Urbano VIII che cercava qualcuno per costruire la cappella della Sapienza, l’università di Roma.
Una pianta che unisce due triangoli equilateri arricchendoli di arcate, stucchi e colonne, in un capolavoro di movimento tipico barocco. Quello stesso movimento si ritrova nella lanterna, che parte da una struttura che è tutta un'alternanza tra elementi concavi e convessi, prosegue con una specie di cono che s’attorciglia su se stesso, per finire in uno strano elemento in metallo curvo che, come un abat-jour, sorregge una sfera e la croce. Davvero il massimo che si possa desiderare.