Non essendo proprio fulminea –per usare un eufemismo – nella soluzione dei rebus, e difettando della pazienza necessaria per affrontare crittografie, quesiti della Susy e parole crociate a schema libero, spesso tra le prime cose che guardo quando compro la Settimana Enigmistica ci sono i giochini più facili, tipo che cosa apparirà? unisci i puntini e, soprattutto, cosa manca? Ecco, in questo caso posso dire di essere abbastanza portata. Per cui, quando stamattina sono passata al Velabro, di fronte all’Arco degli Argentari, è stato facile trovare il particolare mancante. Costruito dai mercanti e banchieri che bazzicavano nel vicino Foro Boario, l’arco viene dedicato a Settimio Severo ed alla famiglia imperiale.
Come in una foto di famiglia, tutti erano schierati all’interno, a partire dall’imperatore e sua moglie Giulia Domna per arrivare ai due figli, Caracalla e Geta. Questo fino a quando Caracalla non ebbe l’idea di far fuori il fratello per rimanere solo al comando, decidendo poi di eliminare ogni riferimento che, nelle iscrizioni o nei monumenti, potesse ricordare il poverino. Lo stesso accade nei rilievi interni dell’arco (nella foto, quello che mostra Settimio Severo e consorte), dove oggi compaiono inquietanti spazi vuoti, con tutta probabilità in origine occupati dallo stesso Geta, sopravvissuto nei libri di storia alla sua stessa damnatio memoriae.