Il riciclo, si sa, è pratica buona e sacrosanta. E il riciclo di opere d’arte – pur sempre di riuso si tratta – è parecchio interessante, e diffuso soprattutto nel Medioevo, quando ancora non c’era l’idea della conservazione delle antiche vestigia della città classica, ma anzi si riadoperava quello che più faceva comodo (per non parlare della distruzione di tante statue in marmo e bronzo determinata dalla necessità di recuperarne il materiale). È il caso, ad esempio, della basilica di san Lorenzo fuori le mura in cui, come più o meno in ogni chiesa medievale romana, si riutilizzano colonne e capitelli antichi. Ecco, quelli di san Lorenzo sono particolarmente belli: mi riferisco nello specifico a quelli che erano parte della basilica di VI secolo costruita da papa Pelagio, poi integrata in quella di XIII secolo, e visibili nella zona del presbiterio, sopraelevata rispetto al pavimento della navata e quindi ben visibili. I primi due, a destra e a sinistra, hanno ben visibili delle vittorie alate e delle panoplie, quelle cataste di armi che si vedono spesso nelle raffigurazioni di trionfi. Non si conosce purtroppo da dove arrivino questi capolavori, per cui non resta che godere della loro straordinaria bellezza. E non è certo poca cosa.