Se ieri abbiamo parlato dell’uno, oggi è quasi impossibile non trattare dell’altro. Perché se san Carlino è il più perfetto prototipo del barocco borrominiano, sant’Andrea al Quirinale è invece la più compiuta immagine del barocco dal punto di vista di Bernini. A pochi passi l’una dall’altra, le due chiese non potrebbero essere più diverse, una completamente bianca, mentre l’altra è un tripudio di marmi policromi, stucchi e dorature. Insomma, una chiesa davvero principesca, anche perché fu proprio un principe, Camillo Pamphilj, il mecenate della sua costruzione.
Varcare l’ingresso dà quasi l’impressione di entrare in teatro, di assistere dal vivo alla celebrazione di sant’Andrea e alla sua salita al cielo: lo vediamo infatti in una statua proprio al di sopra dell’altare, a metà tra il mondo terreno e la sfera celeste, dove lo aspettano angioletti tutti presi nel mettere a posto il festone fatto di fiori, mentre altri fanno capolino dal lanternino, quasi chiedendosi quando arriverà il santo. Difficile scegliere quale sia la chiesa più bella tra le due…strano il destino che ha unito Bernini e Borromini, così rivali e così vicini.