Immaginiamo di essere pellegrini che, mettiamo nel 1194, decidono di mettersi in viaggio per Roma partendo dal nord Italia. Ci aspettano giorni e giorni di cammino sulla via Francigena, pericoli, freddo, fame e stanchezza. Poi si comincia a scorgere all'orizzonte qualcosa di noto attraverso i racconti di altri pellegrini, un panorama animato da torri e campanili, tetti e grandi chiese...finalmente Roma! Tornando ad oggi, ci sembra a questo punto naturale che Monte Mario, per molti porta d'accesso alla città, fosse conosciuto all'epoca come Mons Gaudii, monte della gioia: vedere la città ai propri piedi (e, molto più concretamente, massaggiarsi un secondo - di fronte a quella vista - i piedi doloranti) doveva essere una emozione fortissima.
Di quell'epoca rimane poco, tutto fagocitato da edifici moderni e dall'inguardabile città giudiziaria; facendo un po' di attenzione si nota tuttavia una stradina che sembra essere fuori dal tempo (solo le auto, parcheggiate ovunque, ci ricordano che siamo nel 2014), rimasta ancora al medioevo. Si tratta di Borgo san Lazzaro con la chiesina omonima, costruita attorno al 1187 da un pellegrino francese malato di lebbra e poi guarito. Piccola ma importante la chiesa, perché era la prima che si incontrava entrando in città. Addirittura a volte lo stesso papa appena eletto (quando l'elezione non avveniva a Roma) si fermava qui prima di raggiungere san Pietro. Difficile purtroppo oggi, a meno che non si sia papa, poterla visitare, visto che è aperta solo la domenica per la messa delle 10:00. Ma è già qualcosa...