A pensarci, ancora oggi vengono i brividi. Come diamine avranno fatto gli scultori e gli architetti chiamati da Traiano a mettere insieme 30 metri di marmo e a scolpire qualcosa come duecento metri di rilievi dalla fattura eccezionale, tutto per celebrare quello che è stato considerato – dagli stessi storici latini, che devono averne viste proprio tante – come il miglior imperatore mai avuto. Tanto amato da rimanere all’interno dei confini della sua Roma anche dopo la morte, visto che le sue ceneri erano conservate in un’urna proprio nel basamento della colonna che ricorda la sua maggior impresa. Un vero e proprio documentario, una cronaca minuto per minuto è quella che si dipana per tutta l’altezza del monumento, quasi 40 metri col basamento, altezza che corrisponde grossomodo a quella sella di terreno, tra Quirinale e Campidoglio, che viene sbancata per la costruzione del foro dell’imperatore. Lo stesso Traiano, presente in origine anche in cima alla colonna, in una statua in bronzo che è andata perduta chissà quando nel corso del Medioevo (e poi sostituita da papa Sisto V con quella di S. Pietro) sulla colonna è rappresentato qualcosa come 60 volte…bisognava di certo assicurarsi che tutti, passando da lì, si rendessero conto di chi fosse il protagonista di quella storia.