Sul mio piccolo balcone ho appena visto spuntare una timida piantina di pomodoro che farà compagnia a qualche sparuta foglia di basilico e ad un rosmarino che sembra avere perennemente sete...è quindi comprensibile che abbia un travaso di bile davanti a splendidi giardini pieni di fiori, orticelli curatissimi e alberi rigogliosi. La stessa sensazione, un misto tra invidia e stupore, la provo quando passo per il roseto comunale alle pendici dell'Aventino, che ospita oltre mille specie di rose provenienti da tutto il mondo. Il primo roseto della Roma moderna (già Tacito tuttavia segnala sul colle la presenza di un antesignano tempio di Flora) nasce in realtà, nel 1932, sul colle Oppio, dove già sorgeva un vivaio, ma venne spostato in questa area qualche anno, dopo che il cimitero ebraico di Roma, in origine proprio qui, era stato trasferito al Verano (ancora oggi però c'è qualcosa che ricorda questa antica tradizione, ma che è visibile solo dall'alto, quando ci si rende condo che i viali del roseto sono stati disegnati in modo da formare la menorah, il candelabro a sette bracci della tradizione ebraica...Google Maps vi darà la conferma!). In maggio la fioritura raggiunge il massimo del suo splendore ed è bello passeggiare tra i viali colorati e profumati, approfittando anche del fatto che da oggi si può visitare l'area del premio Roma, riservato alle nuove varietà di rose. Consigliato a pollici verdi e aspiranti tali.