Un assunto sempre valido, nella vita e nell'arte, è che non ci si deve fermare alle apparenze, per quanto meravigliose possano essere. Prendiamo ad esempio il caso della basilica di santa Cecilia, un vero e propio gioiellino del rione Trastevere. Moltissimi sono i motivi per visitarla, magari prima di una bella pappata in uno dei tanti ristoranti del quartiere, e le opere d'arte da rimirare stropicciandosi gli occhi, dal mosaico di papa Pasquale I, databile al IX secolo, alla straordinaria statua di santa Cecilia sotto l'altare maggiore, agli ambienti romani nei sotterranei della basilica...se però tutto questo non fosse abbastanza, conviene allora suonare alla porticina che è a sinistra del portico principale e attendere che una suorina vi apra, conducendovi ad ammirare uno dei più straordinari affreschi della Roma medievale, oggi invisibile all'interno della basilica perché coperto dal coro. L'autore è Pietro Cavallini, che alcuni storici dell'arte considerano più o meno al livello di Giotto, e il tema è il Giudizio Universale, con il maestoso Cristo giudice che troneggia nel mezzo di santi e beati, anime dannate e angeli. Un affresco di rara bellezza, che lascia solo immaginare quanto dovesse essere bella la basilica nel XIII secolo. Peccato...