Sempre caro mi fu...o no?

Per tutta la vita (almeno per quella scolastica) la maggior parte di noi ha immaginato Giacomo Leopardi sempre chiuso in casa o nascosto dietro le siepi...in realtà, abbiamo capito poi, è un tipo che, nonostante la malattia e la depressione, ha viaggiato parecchio in Italia, spostandosi da Milano a Bologna, da Firenze a Pisa e poi Napoli e, ovviamente, anche Roma. In città soggiorna una prima volta tra il 1822 ed il '23 e, successivamente, tra il '31 ed il '32, rimanendo profondamente deluso da quello che trova e dalla condizione in cui versa la città "che non finisce mai" (chi non ha avuto la stessa impressione di fronte ad un ingorgo sul Lungotevere?). Più di tutto lo infastidiscono gli stessi romani, che "ciarlano e disputano, e si motteggiano ne' giornali, e fanno cabale e partiti", i letterati che, nella patria di Cicerone, non conoscono il latino, la Curia e le donne, decisamente poco gentili nei suoi confronti, se vogliamo usare un eufemismo...ma non vi svelo altro. Tutti i suoi giudizi, impietosi ma godibilissimi da leggere, sono raccolti in un libro da poco pubbicato da Utet, Questa città che non finisce mai. Da leggere prima di scrivere le cartoline - se qualcuno lo fa ancora - dai luoghi delle vacanze.