D'estate (anche se questa estate ha poco della vera estate) è sempre piacevole fare una passeggiata lungo il Tevere, nonostante i nostri amministratori si ostinino a lasciarlo sporco e poco curato...Bello è anche fare la conta di tutti i ponti storici e rendersi conto che esistono forse ancora due dei più antichi, uin corrispondenza di uno dei primi guadi del fiume. Si tratta - facile immaginarlo - dell'isola Tiberina e dei ponti Fabricio e Cestio. Il primo è anche detto pons Judeorum, sia perché prospiciente l’antico ghetto ebraico della città, sia perché fu evidentemente percorso dai molti ebrei che, a partire dal XII secolo, si trasferirono da Trastevere sull’altra riva del fiume. Alcuni indicano però il ponte Fabricio anche come ponte Quattro Capi, e il motivo si intuisce presto almeno se si osserva l'estremità del parapetto, sul quale spicca una piccola scultura, un'erma quadrifronte, con quattro testoline (quella della foto). L'iconografia è quella classica di Giano, ma ma la leggenda vuole ritragga i quattro architetti che restaurarono il ponte alla fine del ‘500, fatti poi decapitare da papa Sisto V per la loro condotta di vita immorale...chissà cosa dovevano aver combinato per far scatenare l'ira del pontefice! L'altro ponte invece, il Cestio, è quello che unisce l'isola a Trastevere e venne costruito nel 46 a.C. da Lucio Sestio, che alcuni vogliono fratello di quel Caio Cestio commitente della Piramide di porta san Paolo; se fosse così la famiglia sarebbe davvero una delle benemerite della città!