Va bene il Colosseo, il Palatino e il foro Romano, vanno bene i fori imperiali…ma ovunque ci si giri, Roma riserva l’incantevole veduta di edifici antichi che, visti insieme, sembrano quasi capricci architettonici messi insieme da un qualche vedutista del Settecento. Prendiamo ad esempio la zona del teatro Marcello, dedicato da Augusto al nipote morto in giovane età; accanto al tempio, ancora oggi quasi perfettamente conservato (integri i primi due piani, il terzo è stato sostituito da una struttura medievale poi restaurata), si trova il tempio di Apollo Sosiano, costruito per sancire la fine di una pestilenza nel 433 a.C. e poi restaurato da Caio Sosio (uno che la sapeva lunga, se seppe rimanere sulla cresta dell'onda anche dopo aver combattuto contro Ottaviano ad Azio) nel 34 a.C., epoca alla quale appartengono le colonne ed il frammento di trabeazione ancora in piedi. Pare che in origine il tempio, come molti di quelli della città antica, fosse un vero e proprio museo, con dipinti, statue – forse anche di Prassitele e Scopas – e un frontone forse arrivato direttamente dalla Grecia, quasi un prigioniero di guerra da esibire, a testimoniare come oramai Roma fosse la vera padrona del mondo.