Ricordate l’imperatore Claudio ed il suo scarso senso dell’umorismo? Ecco, come spesso avviene per gli uomini potenti ed in vista, i giudizi dei suoi contemporanei sul suo conto sono stati discordanti. Uno che ci è andato particolarmente pesante a proposito è stato Seneca, che decise di scrivere, all’indomani della morte dell’imperatore nel 54 d.C. e della decisione del senato di decretare d’ufficio la sua divinizzazione, Apoteosi di una Zucca, testo non proprio lusinghiero nel quale l’imperatore, dopo aver tentato invano di raggiungere l’Olimpo per sedere accanto agli dei ufficiali, sia stato invece spedito negli inferi e addirittura condannato ad essere schiavo di Caligola. Chissà cosa avrà pensato Seneca (che pur aveva qualche risentimento personale nei confronti dell’imperatore, visto che sua moglie Messalina aveva tanto bramato per spedirlo in esilio…) vedendo la costruzione di quel grandioso tempio i cui scarsi resti sono ancora in parte visibili sul Celio, proprio accanto alla chiesa dei santi Giovanni e Paolo. Ma d’altronde era ormai pratica comune divinizzare gli imperatori, come si poteva negare ad uno che comunque imperatore lo era stato, anche se zuccone e manovrato dalla moglie?