Si parla tanto di casta, dei privilegi dei politici, dell’ingiustizia civile…niente di nuovo sotto il sole! Passeggiando attorno al portico d’Ottavia, che dal medioevo ha ospitato, per secoli, uno dei più vivaci mercati del pesce di Roma, c’è una testimonianza inequivocabile dell’ingordigia degli amministratori della città. Murata su uno dei pilastri del portico si trova infatti una targa, apparentemente simile a tante altre, che stabilisce un privilegio apparentemente bizzarro. Recita l’iscrizione: “capita piscium hoc marmoreo schemate longitudine majorum usque ad prima pinnas inclusive conservatoribus danto”. In sostanza, le teste dei pesci la cui misura superava quella della targa stessa andavano destinate ai conservatori di Roma. Li immaginiamo gli attenti conservatori ispezionare il mercato, allestito sulle antiche lastre di marmo del portico e tra i fornici del teatro di Marcello, e analizzare scrupolosamente il pescato del giorno per requisire le teste più grosse (fino alla prima pinna, come imponeva la legge)portandosi via quel fagotto tra il malcontento generale, pensando solo a come sarebbe stata gustosa la loro cena di quella sera…il privilegio venne abolito solo nel 1799, e prontamente sostituito da altri ancora oggi in vigore. Roma non cambia mai.