Il papa ed il leone...

Oggi restiamo sul Celio, e ci spostiamo di solo qualche passo da santo Stefano Rotondo, su via della Navicella dove si trova, proprio accanto all'ingresso di villa Celimontana, la chiesa di santa Maria in Domnica. Le probabilità che almeno una volta siate entrati in chiesa è altissima, visto che - come tutte quelle del Celio peraltro - è gettonatissima per i matrimoni...ma si sa, spesso durante certe cerimonie non si è molto concentrati...ecco allora arrivare in aiuto dei più distratti il post odierno. La chiesa, come molte di quelle della zona, è molto antica (databile in questo caso al VII secolo) e ha riutilizzato una costruzione più antica, nello specifico la caserma della V Coorte dei vigili del fuoco di Roma. Nel IX secolo papa Pasquale I, lo stesso di santa Prassede per intenderci, si occupa del restauro anche di questa chiesa, e - come di consueto - fa realizzare un nuovo, ricchissimo mosaico absidale, per fortuna ancora al suo posto, che mostra al centro la Madonna col bambino in trono tra due schiere di angeli. Piccolo piccolo, inginocchiato ai piedi di Maria, compare proprio papa Pasquale, col suo bel nimbo quadrato dietro la testa a testimoniare che il pontefice era ancora in vita al momento dell'esecuzione del mosaico. In segno di estrema devozione, il papa tocca il piede della Vergine (pare quasi misurarle una scarpina in realtà...) e guarda verso di noi, evidentemente fiero del bel lavoro compiuto in chiesa. Lavoro però del quale rimane molto poco, purtroppo, visto che tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento la chiesa venne quasi completamente rifatta (mantenendo tuttavia l'architettura originale e le colonne di spoglio della navata centrale) dal cardinale Giovanni de' Medici, che continuò nell'opera di restauro anche dopo la sua elezione al soglio pontificio nel 1513, quando Giovanni sceglie il nome di Leone X. Ecco spiegato il perché di tutti quei leoni, più o meno evidenti, all'esterno e all'interno della chiesa...