“Palazzo in pieno centro, accesso indipendente, ampio cortile interno, termoautonomo, affreschi seicenteschi”. Sarà stato così che l’ambasciata di Francia trovò, nel 1936, la sua sede in Italia? Forse le cose non andarono proprio così, ma da quell’anno – e per 99 anni – palazzo Farnese è in affitto ai francesi per una cifra simbolica (qualcuno parla di un euro l’anno…quel che è certo è che l’ambasciata italiana a Parigi ha affittato alle stesse condizioni la sua sede a rue de Varenne). Davvero un buon affare, se si considera che il palazzo, voluto dal cardinale Alessandro Farnese - il futuro papa Paolo III – e commissionato ad Antonio da Sangallo il Giovane, vede lavorare al suo interno alcuni dei maggiori artisti del XVI e XVII secolo (senza contare la grandiosa collezione di antichità, oggi in gran parte al museo archeologico di Napoli) come Michelangelo, Francesco Salviati, i fratelli Zuccari e, soprattutto, Annibale Carracci che firma, nella galleria del palazzo, il capolavoro della sua carriera. Fatto arrivare da Bologna a Roma proprio dai Farnese, nella loro residenza immagina il ponte di collegamento tra rinascimento e barocco: uno spazio non grandissimo, ma con la volta totalmente affrescata dalle storie degli amori degli dei, che strizzano l’occhio alla cappella Sistina ma che saranno fonte di ispirazione per gran parte degli artisti del Seicento…addirittura dello stesso Bernini che, nel suo David della Galleria Borghese, riprende molto da vicino la posa di Polifemo che scaglia i suoi massi contro Galatea ed il povero pastore Aci…è proprio vero che niente si crea e niente si distrugge, nemmeno nell’arte.