Ha aperto alla vigilia di Natale una mostra destinata a far parlare molto di sé, nel bene e nel male, e che sarà molto probabilmente un successo di pubblico. Parlo di Tutankhamon, Caravaggio, Van Gogh. La sera e i notturni degli Egizi al Novecento. Una mostra provocatoria, che secondo molti storici dell'arte non ha ragione d'esistere perché non supportata da uno studio scientifico approfondito; d'altra parte lo stesso curatore, Marco Goldin, se ne rende conto e lo proclama nel catalogo: "Non desidero spiegare niente a nessuno, ho solo la gioia di mostrare che una finestra di Giorgione, oltre la quale sta il velluto di una notte chiara, io la possa appendere accanto a una finestra dipinta da López García quasi cinquecento anni dopo". A chi dar ragione? Sospendo il giudizio e vi do soltanto conto di quello che si può trovare all'interno della mostra, ospitata fino al prossimo 2 giugno a Vicenza, nella basilica Palladiana: 115 opere (divise in sei sezioni tematiche), dai ritratti del Fayum alle maschere funerarie egizie, da Tintoretto a Caravaggio, da Turner a Van Gogh. Una mostra da amare o detestare...voi da che parte state?
Distanza Roma-Vicenza: 531 km