È la più piccola chiesa di Roma, stretta in un vicoletto tra piazza SS. Apostoli e la fontana di Trevi: si tratta del minuscolo santuario della Madonna dell’archetto, in via di san Marcello. L’origine di questa chiesina risale al 1696, quando un’immagine della Vergine Maria, dipinta qualche anno prima su quella strada da Domenico Muratori, cominciò a muovere gli occhi. E così fece per tante altre volte, tra Seicento e Settecento. Tale fu l’emozione popolare, così grande il sentimento di devozione dei fedeli che, tempo dopo, si decise di chiudere la strada con due cancelli per proteggere l’immagine sacra e i tanti e preziosi ex-voto che in quasi un secolo si erano accumulati accanto al volto di Maria. La costruzione della chiesetta avvenne ancora più tardi, solo nel 1851 per opera di Virginio Vespignani. Da qualche giorno il piccolo santuario è tornato all’antico splendore, grazie ad un restauro eseguito dagli allievi della scuola delle arti ornamentali del Campidoglio che si sono occupati della pulizia dei marmi, della rimozione dei resti di cera e vernice e di reintegrare le cadute di colore della decorazione interna, anche della cupola. Quest’ultima venne realizzata da tale Costantino Brumini, illustre sconosciuto in patria, che trovò, letteralmente, l’America a Washington, dove venne chiamato a lavorare addirittura in Campidoglio. Quando si dice nemo profeta in patria…