Passeggiando tra via del Corso ed il Tevere, in via delle Colonnette, si nota ad un certo punto una serie di frammenti e rilievi antichi. Il mistero, se tale lo si può definire, è presto svelato:
basta infatti leggere la targa per capire che qui si trovava la casa-studio di Antonio Canova, il più celebre scultore neoclassico attivo in Italia tra Settecento e Ottocento. Nato a Possagno nel
1757, Canova si trasferisce a Roma nel 1779: qui frequenta l'accademia di Francia e la scuola di nudo dei musei Capitolini, e comincia a farsi un nome tra mecenati, ambasciatori (uno, Girolamo
Zulian, lo ospiterà anche per un periodo a palazzo Venezia) e collezionisti, e comincia ben presto ad ottenere importanti commissioni, tra cui una delle più celebri della sua carriera, quel
ritratto di Paolina Borghese che ancora se ne sta maliziosamente distesa, come Venere vincitrice, nell'odierna galleria Borghese. Tra i tanti frammenti che caratterizzano l'abitazione dello
scultore, se ne trova uno particolarmente curioso (nella foto), che recita così: "qui dove rifulse il genio di Canova ebbe dimora l'unione degli artisti che cessata ricorda". La cosa più strana è
la data, I gennaio MMDCLXX, che corrisponde al 1° gennaio 2670: basta fare tuttavia un paio di conti, ed avere dimestichezza con la cronologia dell'antica Roma, per rendersi conto del fatto che
si tratta di una data calcolata ab urbe condita, dalla fondazione di Roma. Basta togliere quindi 753 dal totale per avere il giorno preciso: 1° gennaio 1917.