La vita è davvero una ruota: un giorno sei al vertice, il giorno dopo dimenticato da tutti. Prendete il caso di Annibale Carracci, certamente uno degli artisti più stimati ed apprezzati del suo tempo, uno dei pochi che seppe reinventare uno stile, e infondere nuova linfa all'arte italiana del Seicento. Ecco, l'autore di una delle volte affrescate più belle della città (la galleria di palazzo Farnese) cadde, ad un certo punto della sua vita, in uno stato di profonda depressione. Quale sia stata la causa, ancora non è chiaro: secondo alcuni faccende di cuore, per altri la mancata riconoscenza di Odoardo Farnese per i suoi lavori...sta di fatto che i contemporanei descrivono uno stato di "estrema malinconia accompagnata da una fatuità di mente e di memoria che non parlava né si ricordava". Misteriose sono anche le cause della morte, sopraggiunta il 15 luglio del 1609; di certe rimangono solo le volontà del povero Annibale, che chiede di essere sepolto al Pantheon, non distante dalla tomba di Raffaello. Il pittore non fu fortunato nemmeno nella morte...mentre infatti oggi orde di turisti e curiosi si affannano per fotografare la sepoltura del maestro di Urbino, la targa che ricorda Carracci se ne sta in disparte, quasi che non voglia stare troppo al centro dell'attenzione. Se passate dal Pantheon allora, entrate per fare un semplice saluto all'autore di tanti capolavori.