L'assunto di fondo è che ogni chiesa di Roma è un piccolo museo...certo, la frase è più vera per alcune che per altre...Sant'Agostino per esempio, tra piazza Navona e via della Scrofa, può vantare, nell'ordine, la mirabolante Madonna dei Pellegrini di Caravaggio, un affresco di Raffaello rappresentante il profeta Isaia, una Madonna con il Bambino e san'Anna di Andrea Sansovino ed un'altra di Jacopo Sansovino...ed è solo per citare i migliori. Oggi ci concentriamo però in particolare sul pilastro che vedete nella fotografia e che vede convivere l'Isaia di Raffaello (al piano superiore) e la Madonna di Andrea Sansovino, realizzata (la leggenda dice utilizzando un solo blocco di marmo) nel 1512 e diventata ben presto il punto di riferimento di un gruppo di umanisti capitanati da tale Johann Goritz, meglio noto a Roma come Giovanni Coricio. Fu proprio lui a finanziare infatti la realizzazione dell'affresco e del gruppo scultoreo, e fu sempre per sua volontà che ogni anno, in occasione della festa di sant'Anna (il 26 luglio) poeti ed i letterati (tra cui Pietro Bembo, Raffaele Brandolini, Blosio Palladio e Baldassarre Castiglione) che periodicamente si riunivano in casa sua, dalle parti del foro di Traiano, dedicavano ed affiggevano in chiesa componimenti dedicati alla santa. Il povero profeta Isaia era relegato invece in secondo piano, e lo stesso Goritz pare avesse qualche dubbio sulla cifra esorbitante pagata a Raffaello...leggenda vuole che arrivò Michelangelo a sbrogliare la questione, valutando che quella somma giudicata così alta poteva a malapena bastare a pagare il ginocchio del profeta...che in effetti somiglia molto alle figure dei suoi affreschi della cappella Sistina. Che Michelangelo avesse voluto portar acqua al suo mulino?