Bistrattato, accusato (probabilmente non senza fondamento di verità) di ogni nefandezza, padre di figli degeneri...poteva la morte di papa Alessandro VI Borgia essere vista come un semplice fatto naturale? Certo che no...diciamo che se fosse successo oggi si sarebbero sprecati i proverbiali fiumi di inchiostro, sarebbero andate in onda vere e proprie maratone televisive, qualcuno avrebbe anche preparato un plastico per mostrare i luoghi coinvolti...ma purtroppo (per fortuna?) avvenne tutto nel lontano 1503, quindi dobbiamo accontentarci di qualche cronaca dell'epoca e di parecchi pettegolezzi. Partiamo prima dal semplice fatto: il 18 agosto del 1503 papa Alessandro VI muore. Il motivo per cui sia morto, beh, quello rimane ancora un mistero: la versione ufficiale parla di malaria, abbastanza comune nelle estati romane di quegli anni. I maligni però (e tra questi c'è un maligno di lusso, nientemeno che Francesco Guicciardini) sostengono che il papa sia morto avvelenato: le cose starebbero così: invitati a cena dal cardinale Adriano Castellesi, il papa e suo figlio Cesare avrebbero ben pensato di avvelenare il loro ospite per mettere le mani sul suo patrimonio. Il destino però, o chi per lui, fece sì che il vino avvelenato finisse nelle coppe del pontefice, che morì subito, e di Cesare, che invece nonostante tutto si salvò. La prova dell'avvelenamento starebbe nella raccapricciante descrizione del cadavere del pontefice, di cui ci parla lo stesso Guicciardini: "nero enfiato e bruttissimo, segni manifestissimi di veleno". Anche per questo il corpo rimase esposto in san Pietro meno del solito, e sepolto in fretta e furia nella piccola chiesa di santa Maria delle Febbri, vicino la basilica. Solo nel 1610 venne traslato a santa Maria in Monserrato, la chiesa degli spagnoli a Roma, e solo nel 1889 gli venne dedicato un monumento, che lo ricorda assieme allo zio, papa Callisto III.