C'è voluto poco più di un anno ma è sembrato un secolo: stare senza la galleria di palazzo Farnese è stata dura, ma finalmente adesso è tornata accessibile al pubblico. Ed è meglio di prima, merito dei restauratori dell'Ati Farnese, coordinati da Paolo Pastorello, che si sono occupati di sanare distacchi e lesioni dell'intonaco ed eliminare la patina che ricopriva gli affreschi (la differenza tra il prima e il dopo il restauro lascia a bocca aperta), scoprendo anche qua e là schizzi, caricature, date e firme di quelli che nei secoli sono passati da qui, come Pier Leone Ghezzi. La galleria, il capolavoro della carriera di Annibale Carracci, viene affrescata negli ultimi anni del XVI secolo per volere del cardinale Odoardo Farnese: per lui il pittore pensa - affiancato dal bibliotecario del cardinale, Fulvio Orsini - ad un programma iconografico ispirato alle metamorfosi di Ovidio, con le storie degli amori degli dei affrescate come mai prima d'allora. E, udite udite, in occasione delle giornate del patrimonio, domani e domenica 20, palazzo Farnese sarà accessibile gratuitamente (ma ricordate il documento d'identità)! Per preparavi a una visita di tale bellezza non resta che fare come Giovan Pietro Bellori, che alla metà del Seicento scrisse: "Ben noi in sì bel luogo invochiamo le Muse, per riportar degnamente con le parole la muta poesia delle favole esposte nella Galeria, nella quale entriamo"