Quanto sarà stato difficile per un pittore attivo nella Roma della metà del Seicento affermarsi trovando una propria personale cifra stilistica, affrancandosi dall'influenza dei maestri attivi
all'inizio del secolo? Molti preferiscono adagiarsi e battere vie già segnate da altri, solo pochi riescono ad esprimersi più liberamente: tra questi c'è Mattia Preti, protagonista di una bella
mostra da poco inaugurata alla Galleria Nazionale di Arte Antica di palazzo Corsini (visitabile fino al 18 gennaio). Ventidue le opere esposte che ripercorrono tutta la carriera del pittore
calabrese fin dall'arrivo a Roma, mettendolo a confronto con i pittori a cui Preti ha certamente guardato, da Caravaggio a Gurcino, da Poussin a Vouet, da Guido Reni a Saccchi.