Il tempo incerto di oggi - tra pioggia, schiarite e sole - è una maledizione per tutte quelle donne che non riescono a gestire i loro capelli...ricorrendo al vecchio adagio "mal comune, mezzo gaudio", ci si può forse un poco consolare dando un'occhiata alla scultura qui sopra. No, anche se l'espressione sembra proprio quella di chi ha preso un'acquazzone appena uscita dalla parrucchiera, quelli che vedete non sono boccoli mal riusciti, ma uno spaventoso viluppo di serpenti. Va da sé quindi che la donna rappresenti Medusa, quella figura mitologica che, secondo la tradizione, aveva il potere di pietrificare chiunque la guardasse negli occhi, uccisa da Perseo che - fiutando il pericolo - la osservò solo grazie al riflesso di uno specchio. Il busto (opera di Bernini, conservato nei musei Capitolini) pare giocare sul mito e sulla materia, pietrificando quella sola creatura che poteva pietrificare semplicemente con lo sguardo. Ben si adattano quindi alla scultura i versi di Giovan Battista Marino: "Non so se mi scolpì scarpel mortale, o specchiando me stessa in chiaro vetro, la propria vista mia mi fece tale"...quindi no, piega e bigodini non c'entrano nulla...