Se uno ama un minimo i libri, a Roma è passato almeno una volta nella vita alla Grotta del Libro, quell'intricato labirinto di volumi (da qualche anno in via del Pellegrino 83) nel quale perdersi per ore. Anima della libreria è Stefano, o Nuccio, che mi accoglie un sabato mattina con il solito sorriso e la solita gentilezza, offrendo un ginseng a me e al suo amico in cerca, come me, di qualcosa da leggere. Più che un'intervista questa è una vera - e piacevolissima - chiacchierata, durante la quale Nuccio mi racconta di amici ("da quando ci siamo trasferiti qui da via del Pellegrino il numero di clienti forse è diminuito" mi spiega "ma sono tutti amici"), di neve, di figli e di famiglia e soprattutto di libri. Dopotutto lui coi libri ci lavora da una vita: li vende, li legge ("ma la mia passione è Tex, me lo leggo e lo rileggo..." si lascia sfuggire), li fa...la sua ultima creazione, con Adriano Cera, è un bel volume sull'arte a Roma tra XVI e XVII secolo, Sculture a Roma 1534-1621. Da Paolo III Farnese a Paolo V Borghese. Quattordici papi e quarantotto artisti protagonisti di suggestivi scatti in bianco e nero, per documentare uno dei periodi d'oro dell'arte dell'Urbe. "Io vendo libri per questo, per potermi permettere la soddisfazione di pubblicare cose come quest'opera". Ma è già ora di andare, prendo i due libri che ho scelto e faccio per metterli in borsa. Stefano li prende e li chiude con cura in una busta di plastica: "se li metti in borsa senza busta poi si piegano qui, sugli angoli, e si rovinano" (...amo quest'uomo!!!) e mi congeda con un gran sorriso; "già la vita può essere così brutta, perché perdere tempo a piangere?". Ecco, questa mi sembra la dimostrazione migliore del fatto che, a stare in mezzo ai libri, si diventa più saggi.