Che cosa accomuna san Filippo Neri e Goffredo Mameli? Niente, apparentemente, ma a voler cercare per bene si scopre che ad unire il santo ed il patriota è, inaspettatamente, una chiesa. Si tratta nello specifico della chiesa della santissima Trinità dei Pellegrini, tra il Tevere e via dei Giubbonari, nata proprio per volontà di "Pippo bono" che nel 1548 aveva fondato l'arciconfraternita dei pellegrini convalescenti della SS. Trinità, ricevendo in dono da papa la chiesa di san Benedetto in Arenula. Regalo graditissimo, per carità, ma di certo un po' malridotto, anche perché la chiesina esisteva almeno dalla fine del XII secolo; fu così quindi che la confraternita decise di costruire una nuova chiesa, terminata soltanto nel 1723 con la bella facciata di Francesco de Sanctis. Accanto alla chiesa sorgeva un grande ospizio per il ricovero e l'assistenza dei pellegrini poveri (fu costruito in occasione del Giubileo del 1625); proprio qui, come ricorda un'iscrizione sulla facciata, fu ricoverato Goffredo Mameli, ferito gravemente alla gamba durante gli scontri tra romani e francesi nel 1849. Niente si poté fare per la cancrena che si portò via il giovane Goffredo in pochi giorni.