Mafia Capitale? Robetta. Tangentopoli? Cosa da educande. Una volta sì che i processi erano veri processi...il libro di oggi in effetti ci racconta uno dei casi giudiziari più noti dell'antica Roma. Siamo nel I secolo a.C. quando Verre, governatore della Sicilia, viene accusato di concussione, peculato, appropriazione indebita, furto, corruzione e chi più ne ha più ne metta. Ad essere designato come accusatore (a volte la sorte è proprio avversa, avrà pensato il poverino sul banco degli imputati...) è nientemeno che Cicerone, che nell'agosto del 70 si lancia in una durissima requisitoria contro l'ex governatore, infiammando e conquistando il popolo che assiste al processo manco si trattasse di uno spettacolo teatrale. Luca Fezzi, ne Il corrotto. Un'inchiesta di Marco Tullio Cicerone (Laterza) ricostruisce passo dopo passo una delle pagine più celebri della cronaca giudiziaria di ogni tempo. Altro che Perry Mason...