Di se e di ma son piene le fosse…ma come sarebbe stata la basilica di san Pietro se Donato Bramante fosse riuscito a portare a termine il suo progetto? Certo, rimangono le ricostruzioni, le testimonianze dell’epoca, ma ben poco (quasi nulla in realtà…) di quello che è oggi san Pietro rispecchia l’ideale originario. Basta però fare una passeggiata verso il Gianicolo per farsi un’idea più precisa. San Pietro in Montorio è una bella chiesetta di epoca medievale completamente ricostruita all’epoca di papa Sisto IV, che oggi ospita capolavori di Sebastiano del Piombo (la sua Flagellazione deve molto ai consigli di Michelangelo) di Antoniazzo Romano e del Bernini, che qui realizza la cappella Raimondi. Nel chiostro di quello che era il convento della chiesa si trova invece il tempietto costruito proprio da Bramante. Che ci fa un piccolo tempio dentro un chiostro? Il fatto è che, per una errata interpretazione delle fonti antiche, per molto tempo si è ritenuto che san Pietro fosse stato crocifisso proprio sul Gianicolo, precisamente dove sorge ora il tempietto che, datato 1502, è da molti considerato come uno dei primi monumenti rinascimentali di Roma. Ecco, fatte le dovute proporzioni, possiamo dire che la pianta perfettamente rotonda del tempio rispecchia perfettamente l’ideale architettonico di Bramante, di quel mastro Ruinante che ebbe poca fortuna con san Pietro…