Oggi parliamo ancora una volta di libri, e lo facciamo con Gino Roncaglia, membro del Forum del Libro e professore di Informatica applicata alle discipline umanistiche
Di cosa si occupa l'associazione Forum del Libro? Quali sono le vostre attività più importanti?
L’associazione Forum del libro unisce insegnanti, studiosi, bibliotecari, librai, editori impegnati in un lavoro comune per la promozione del libro e della lettura, in tutte le sue forme e su tutti i supporti, cartacei e digitali. Una parte importante del nostro lavoro consiste nella raccolta e valorizzazione delle buone pratiche provenienti ‘dal basso’: siamo convinti che in Italia ci sia bisogno di politiche efficaci e incisive di promozione della lettura, e ci siamo impegnati direttamente in questo senso in tutte le sedi istituzionali, ma siamo anche convinti che queste politiche non possano non coinvolgere direttamente anche e in primo luogo le molte realtà che in Italia lavorano sul campo in questo settore, quasi sempre con un notevole impegno di energie e competenze ma in un contesto di puro volontariato. Il forum ha organizzato su questi temi ormai ben dodici incontri annuali, l’ultimo dei quali a Roma nel novembre scorso, e ha lavorato anche all’elaborazione di proposte specifiche destinate a una legge su libro e lettura, legge che finalmente - non certo solo per merito nostro, ma forse anche grazie al nostro impegno – sembra in dirittura d’arrivo.
Cos'è Roma che legge? Come nasce il progetto? Quali sono gli eventi in programma?
Fra le iniziative portate avanti dal Forum, una delle principali – alla quale è stato completamente dedicato il Forum di Milano del 2014, e che è stata ripresa nel Forum di Roma del 2015 – riguarda l’organizzazione di una settimana di lettura nelle scuole. La proposta non è nuova, e nel cercare di portarla avanti e di articolarla il Forum si è basato soprattutto sulle considerazioni del filosofo Roberto Casati nel suo libro Contro il colonialismo digitale: non basta che la scuola dica a parole che leggere è importante; bisogna che lo dimostri nei fatti, aprendo direttamente e in misura significativa l’orario scolastico anche alla lettura e alle attività attorno alla lettura. Ma ci siamo basati anche sulla positiva esperienza di Torino che legge: Torino ha una tradizione di grande attenzione alla lettura, che viene fatta vivere attraverso iniziative specifiche che riescono ad avere una grande efficacia proprio perché partono dal coordinamento e dalla collaborazione fra scuole, biblioteche, librerie, case editrici, autori, associazioni culturali. Concretamente, Roma che legge propone (ad aprile) una settimana di iniziative centrate sulla lettura nelle scuole, e accompagnate da un vero e proprio corso di preparazione degli insegnanti alla promozione della lettura a scuola. Un corso organizzato in collaborazione con l’Università di Roma 3 e con RAI Cultura, al quale partecipano quasi cento docenti di 23 diverse scuole romane.
Quanto (e come) si legge a Roma?
A Roma si legge poco, come del resto nel resto d’Italia: secondo gli ultimi dati ISTAT, solo il 42% degli italiani ha letto un libro nell’ultimo anno, un dato lontanissimo dalle medie dei paesi dell’Europa centrale e settentrionale (che spesso ci superano di oltre 30 punti percentuali) e che presenta peraltro una enorme variabilità regionale, con punte vicine al 60% nelle provincie di Trento e Bolzano e inferiori al 30% in molte regioni del Sud Italia. In questo quadro il Lazio ha un risultato lievemente superiore alla media nazionale (45,4%) ma certo tutt’altro che soddisfacente. Però un elemento confortante c’è: le scuole che hanno cominciato a lavorare sulla lettura sono anche a Roma molte, e l’entusiasmo degli insegnanti che stanno partecipando ai nostri incontri ci lascia ben sperare.