"Mi piace leggere. Mi piace ascoltare musica. E mi piacciono i gatti. Al momento non ne ho. Ma se mentre passeggio vedo un gatto sono felice"...questa bella frase di Haruki Murakami si adatta alla perfezione all'intervista di oggi con Valentina de Matteis del Romeow Cat Bistrot di via Francesco Negri, ad un passo dalla Piramide. Con lei parliamo del bistrot che ha aperto assieme a Maurizio Di Leta. E di gatti...
Allora Valentina, come nasce l'idea di Romeow?
L'idea nasce in Giappone e l'abbiamo ripresa soprattutto per far conoscere la cucina vegana, un modo di mangiare senza crudeltà ma gustosissimo, con un menu che cambia con le stagioni (da poco infatti si trova quello - ricchissimo - primaverile). I gatti hanno il compito di incuriosire chi viene da noi...
Da dove arrivano i vostri sei gatti?
Direttamente da un gattile, Luna di Formaggio, che si trova a Montelibretti. All'inizio cercavo un gatto bianco dagli occhi azzurri, ma alla fine li abbiamo presi tutti e sei. Sono molto socievoli e vanno d'accordo, amano giocare e le carezza dei nostri clienti. Abbiamo però delle regole ferree da rispettare (le si trovano sui tavolini: niente pappa extra, nessuna carezza non richiesta e niente flash).
Appena ho letto del vostro locale mi è venuto un dubbio: come avranno fatto con la Asl? Ci sono norme igieniche particolari da rispettare?
Prima di aprire siamo andati alla Asl e abbiamo detto: "questa è la nostra idea, cosa dobbiamo fare?". In realtà sono poche le norme che abbiamo dovuto rispettare: i gatti non possono entrare in cucina, nella dispensa e nel laboratorio, le loro ciotole per il cibo e le lettiere si devono trovare in un locale separato. Tutto qui. Gli stessi impiegati della Asl ci hanno fatto notare che sono molto più sporche le nostre scarpe...
Si possono adottare i vostri gatti?
No, i nostri romei non possono essere adottati, a chi viene qui con la voglia di portarsi a casa un micetto suggeriamo di rivolgersi a qualche gattile, come quello in cui siamo stati noi. A questo proposito, abbiamo pensato più volte di tornarci per allargare la nostra famiglia pelosa, ma la paura è che i nuovi arrivati non vengano accettati dagli altri.
Oltre a poter coccolare un gattino, chi viene qui può partecipare a diverse attività...
Esatto, abbiamo da poco attivato un corso di pasticceria, ma ne abbiamo anche avuto uno di foraging (riconoscere e raccogliere cioè quelle piante che crescono spontanee e che possono essere utilizzati in mille ricette. Non avevo mai sentito parlare del foraging...non si finisce mai d'imparare...) o di ayurveda. E poi abbiamo libri sparsi qua e là, e album da colorare su quasi ogni tavolo. Sono molto rilassanti...
Parliamo un po' dei vostri clienti: chi frequenta il vostro locale?
Abbiamo una clientela affezionata, in maggioranza femminile, e poi moltissimi turisti che vengono soprattutto perché qui si mangia vegano. Ci sono stati addirittura dei ragazzi che sono venuti appositamente da Bari per mangiare qui. E poi c'è sempre qualcuno che tenta di entrare col cane, non capendo perché non si possa fare, o signore vestite da gatto convinte di essere stati felini nella vita passata...
Concludiamo uscendo dal bistrot: il posto che preferisci a Roma
Il giardino degli Aranci, senza dubbio. Oppure il mare a Capocotta, il tramonto sulle dune, che è unico.