Se c'è una cosa che i romani sanno fare bene è ridere. E farlo in tutte le sue sfumature: dal sorriso beffardo a quello ironico, dalla risata sommessa a quella sguaiata, da tenersi la pancia dalle risate...ecco perché la mostra di oggi non poteva che svolgersi qui. L'arte del sorriso. La caricatura a Roma dal Seicento al 1849 (a palazzo Braschi da oggi fino al 2 ottobre) mette insieme disegni, schizzi, bozzetti e caricature che nei secoli hanno messo in ridicolo uomini e donne di ogni ceto sociale, fornendo una sorta di storia parallela della città. Considerata spesso un genere minore, la caricatura è stata in realtà al centro dell'interesse di artisti del calibro di Bernini ed Annibale Caracci, affermandosi come genere a sé nel Settecento, grazie ai disegni di Pier Leone Ghezzi, Carlo Marchionni e Giuseppe Barberi. Il XVIII secolo è stato forse il momento d'oro della caricatura, che nell'Ottocento lascia spazio ad un tipo di produzione più connotata politicamente (l'esempio è quello dei giornali satirici francesi e delle opere di Daumier) e meno lieve di quella settecentesca, grande protagonista della mostra di palazzo Braschi.