Per secoli gli unici sono stati quelli della Roma antica; l'unico modo di passare dalla riva destra a quella sinistra del Tevere era quindi, nel medioevo fino al primo Rinascimento, utilizzare i ponti dell'Isola Tiberina, ponte Elio (l'odierno ponte sant'Angelo) o ponte Rotto...quando non era rotto. Bisognerà infatti aspettare il Giubileo del 1475 per vedere il primo ponte moderno in città, voluto da papa Sisto IV in previsione della gran numero di pellegrini atteso nell'Urbe; fu tuttavia solo nell'Ottocento che attraversare il Tevere smise di essere un problema, visto che quasi tutti i ponti moderni sono stati realizzati tra la metà del XIX e l'inizio del XX secolo. Tra questi, uno dei più celebri è stato di certo quello di san Giovanni dei Fiorentini, costruito (tra 1861 e 1863) tra via Giulia e via della Lungara e meglio noto in realtà come "ponte del soldino", visto che per attraversarlo bisognava pagare un pedaggio pari ad un soldo (militari e frati potevano invece farlo gratuitamente). Demolito nel 1941, del ponte rimangono ormai solo romantiche foto in bianco e nero. Oltre al ponte, restano nella memoria popolare anche le barchette, veri e propri piccoli traghetti - assicurati ad un cavo - che garantivano il passaggio tra le due sponde: delle sei un tempo testimoniate non ne rimane ovviamente nessuna...resiste tuttavia, tra via del Monserrato e via Giulia, ancora una "via della Barchetta" che ricorda proprio questa antica tradizione.