Distinguete con fatica un pino da un platano? L'albero di Natale è quanto di più vicino alla vostra idea di verde? Quello che ci vuole sono quattro chiacchiere con Antimo Palumbo, storico degli alberi e presidente dell'associazione Adea, Amici degli Alberi. Con lui parliamo anche della situazione dei parchi e del verde di Roma.
Pochi giorni fa diversi quotidiani hanno evidenziato il fatto che i parchi romani non se la passino proprio bene...
Purtroppo a Roma il sistema di gestione del verde viene fatto in economia, e quello che un tempo faceva il servizio giardini adesso è dato in appalto. Il problema è che, con gli scandali dello scorso anno, gran parte degli appalti sono stati bloccati ed ecco perché le ville sono ora in uno stato disastroso. Dipende ovviamente da caso a caso: villa Sciarra e villa Lazzaroni sono ad esempio davvero un disastro, villa Borghese sta invece un po' meglio ma il laghetto, restaurato e pulito un paio di anni fa, è messo davvero male.
Quale può essere una soluzione?
Per un corretta gestione del verde andrebbero prima di tutto divise le competenze, e distinguere l'assessore all'ambiente dall'assessore al verde. Oggi invece l'assessore all'ambiente si occupa, come è anche giusto, quasi esclusivamente dell'emergenza rifiuti e rimane quindi ben poco tempo per fare altro. E pensare che nell'Ottocento per diventare direttore del servizio giardini c'era un concorso internazionale...oggi invece in città abbiamo solo 150 giardinieri, alcuni sopra i 50 anni...come possiamo pensare che siano solo loro a curare gli alberi e i parchi?
Dare in gestione le aree verdi può essere una soluzione?
Dare in adozioni le aree verdi, cosa che succede a Roma, è di certo interessante, ma non può risolvere completamente il problema. Non ci vuole in realtà molto per occuparsi di un parco: pensiamo al giardino degli Aranci, sull'Aventino. La Fondazione Sorgente Group si occupa dell'apertura e della manutenzione, e oggi è in condizioni perfette. Il Comune dovrebbe essere in grado di fare lo stesso.
Da parte loro, i romani non fanno molto per i loro alberi
Giusto, i cittadini dovrebbero imparare a preoccuparsi un po' di più del verde della loro città, e non solo lamentarsi perché un albero cade. Se un pino crolla, lo fa perché non è stato curato a sufficienza. Bisogna invece conoscere meglio i nostri alberi.
A questo proposito, la vostra associazione organizza diversi incontri, anche nei prossimi giorni...
Sì, mercoledì 24 agosto, alle 21.30, nei giardini di Castel Sant'Angelo parleremo degli agrumi e del chinotto; mercoledì 31 dedicheremo invece la serata a Lancelot Capability Brown, uno dei più noti architetti paesaggisti inglesi. Vissuto nel Settecento, è stato lui ad inventare il giardino cosiddetto "all'inglese". L'ultimo appuntamento, il 7 settembre (ma in questo caso alle 19) sarà dedicato ai pini di Roma.
L'albero (o il parco) che preferisci a Roma?
Difficile rispondere...direi il mio primo amore, villa Borghese. Lì, dalle parte del tempio di Antonino e Faustina, c'è una roverella che ha quasi 400 anni ed è anche detta la quercia delle streghe. E poi, sempre lì, ci sono gli undici platani piantati da Scipione Borghese, e poi ancora il Pincio...insomma, è uno degli spazi verdi più belli della città.