Siate sinceri: infilereste mai la mano in un chiusino? Prima di rispondere pensate bene alla vostra prima gita a Roma (se non siete romani) al primo fidanzatino che vi portava a spasso, ad Audrey Hepburn ed alle sue vacanze romane...c'entrano sempre una mano e un tombino. Certo, se il tombino in questione è la bocca della verità le cose cambiano, ma la sostanza rimane quella. Torpedoni di turisti (preferibilmente giapponesi) in coda per infilare le mani dentro qualcosa che un tempo chiudeva un condotto fognario. Poco romantico? Forse sì, ma la sostanza è che quel mascherone oggi così famoso doveva servire un tempo a far defluire le acque dai fori praticati negli occhi, nel naso e nella bocca. Datato forse al I secolo d.C., la bocca della verità (conosciuta con questo nome solo dal XV secolo) è murata nel portico della chiesa di santa Maria in Cosmedin dal 1632, anche se almeno dal medioevo si era convinti della sua capacità di smascherare i bugiardi o le mogli infedeli...a questo proposito, racconta la leggenda che una donna, portata davanti al mascherone per testarne la fedeltà, avesse chiesto all'amante di fingersi pazzo e abbracciarla un attimo prima di infilare la mano nella bocca di marmo. A quel punto lei avrebbe solennemente giurato di non essere mai stata toccata da altri uomini che non fossero suo marito e quel matto che prima l'aveva abbracciata, evitando in quel modo di dire una bugia, salvandosi la mano e la relazione extraconiugale. Mai sottovalutare l'arguzia femminile...