Ora che per molti di voi la prova costume è definitivamente archiviata, possiamo finalmente tornare a parlare di cibo e ricette senza sensi di colpa. Per farlo ho intervistato uno degli chef più noti al mondo...Massimo Bottura? Meglio, Marco Gavio Apicio, autore del De re coquinaria, praticamente il best seller della cucina dell'antica Roma.
Cominciamo con una domanda scomoda: come la mettiamo coi vegani?
Non vorrei essere troppo drastico, ma ho più stima delle triglie che uso per le mie ricette che per i vegani. Come si può rinunciare a tutto quello di buono che la cucina può offrire?
Credo si tratti più che altro di un fatto etico...
Se incontro un orso affamato in un bosco lui mi si pappa in un istante con buona pace dell'etica; perché io non dovrei fare altrettanto?
Ragionamento ineccepibile. Parliamo allora un po' delle sue ricette; alcune sono decisamente inusuali...insomma, la gru con contorno di rape!
Ma guardi che la gru è una vera prelibatezza, l'ha mai provata?
No, in effetti no...sono un po' schizzinosa in fatto di cibo...
Male, malissimo! In cucina, come nella vita, bisogna sperimentare tutto. Se non fosse stato così non avrei mai preparato il garum, che è invece il mio vanto maggiore!
Ma non è una poltiglia disgustosa?
Niente affatto! La uso spessissimo, in molti piatti, e nessuno dei miei ospiti si è mai lamentato. Dovrà provarlo una volta...
Bene, prima di invitarmi a cena, potrebbe consigliare una ricetta facile facile ai nostri lettori? E magari lasci stare le lingue di struzzo o i talloni di cammello, che non è semplice trovarli nel negozio sotto casa...
Quindi immagino che non vorrà sentire parlare nemmeno delle polpette di pavone...vediamo...vi suggerisco un dolce: si prendono dei datteri e li si riempie con un trito di noci o pinoli, vanno salati, fritti e poi cosparsi di miele. Sono una squisitezza...ma i vegani lo mangiano il miele?