Questo fine settimana vi potrà capitare di incontrare Goldrake, Lady Oscar o Pikachu...non abbiate paura, è solo Romics, il festival internazionale del fumetto, animazione, cinema e games in programma fino a domenica alla Fiera di Roma. Ne parliamo con Sabrina Perucca, direttore artistico del festival.
Come festeggiate le venti edizioni di Romics?
Abbiamo raggiunto un bel traguardo, venti edizioni in quindici anni, questa è quindi un'edizione celebrativa: abbiamo per questo pensato ad un lungo murales dove, da ieri a domenica, ogni ospite lascia un suo "tanti auguri a Romics", e poi abbiamo una cartolina creata da Poste Italiane con l'immagine di Goldrake che verrà distribuita in determinati momenti del festival. Ma c'è anche una mostra che racconta tutte le 20 edizioni.
Gli ospiti e gli eventi da non perdere?
Quest'anno abbiamo tra i Romics d'oro Gabriele dell'Otto, che disegna per la Marvel ed è richiestissimo, o David Lopez, disegnatore ufficiale della "nuovissima" Wolverine, e Moreno Burattini, tra i principali sceneggiatori di Zagor. E poi vi segnalo l'esibizione di Tetsuro Shimaguchi, il samurai che ha collaborato a Kill Bill di Tarantino e che porta a Roma altri otto performer. Domenica infine c'è la gara dei Cosplay, che è molto importante perché qui abbiamo la selezione di quelli che poi parteciperanno al World Cosplay Summit che si svolge ogni anno in Giappone.
Parlando più in generale, mi sembra che negli ultimi anni il fumetto abbia riscosso sempre più considerazione e non sia solo visto come qualcosa adatto solo a bambini e ragazzi...
Sì, in effetti ora il fumetto si rivolge sempre più ad un pubblico di adulti (ma in realtà l'ha sempre fatto...) e ci sono graphic novel di altissimo livello come Il caso Majakovskyij di Laura Pérez Vernetti. Se vogliamo, il fumetto è diventato sempre più il linguaggio della multimedialità, che ci porta a confrontarci con altri media.
Un'ultima domanda: il fumetto che preferisci?
Impossibile rispondere...ma direi Moebius, per le storie di fantascienza, e i manga di Riyoko Ikeda, che hanno poi dato vita a Lady Oscar.