Adesso che è così bella e perfetta, dopo il restauro, è ancora più piacevole imbambolarsi a bocca aperta davanti alla scalinata di Trinità dei Monti, uno di quei rari esempi in cui l'architettura si fonde così perfettamente con la città che sembra difficile immaginare che quella scala non sia sempre esistita così come la vediamo. Eppure questa rampa, che scende come una sinuosa cascata verso piazza di Spagna, venne realizzata solo tra 1723 e 1726: Bernini doveva insomma inerpicarsi su per il pendio se voleva arrivare alla chiesa. Ed è in effetti proprio alla sua bottega che si attribuisce uno dei primi progetti di collegamento tra la parte bassa e quella alta della zona, allora detta piazza di Francia per le diverse proprietà transalpine presenti. Fu però solo nel 1717 che venne indetto un concorso al quale parteciparono alcuni dei maggiori architetti del tempo e dal quale uscì vincitore Francesco De Sanctis: i lavori però cominciarono solo qualche anno dopo, per la controversia (che vedeva Francia da una parte, e Chiesa dall'altra) sull'effettiva proprietà dell'area. Tra i due litiganti, il terzo gode: nonostante sulla scalinata siano presenti (fateci caso: sono sui cippi alla base del monumento) sia i gigli francesi che le aquile di papa Innocenzo XIII, la scalinata è per tutti oggi quella di piazza di Spagna, per la presenza - a pochi passi dai gradini - dell'ambasciata spagnola presso la Santa Sede.