Avete presente i puzzle? A un certo punto, dopo aver completato le parti più facili, si comincia a guardare ossessivamente tutti i pezzi che si hanno davanti senza trovare posto per nessuno. Con Antinoo è andata più o meno così: da una parte la testa, dall’altra il busto, entrambi conosciuti e ben documentati, ed esposti in collezioni pubbliche, l’una all’Art Institute di Chicago, l’altro a palazzo Altemps. Chi avrebbe mai pensato che fossero parte dello stesso originale? Nei due musei a nessuno era mai venuto in mente, fino a quanto tale W. Raymond Johnson, egittologo dell’università di Chicago, non immagina che i due pezzi possano combaciare perfettamente. Ed è quello che succede – idealmente – a palazzo Altemps dove, fino al 15 gennaio, è ospitata la mostra Antinoo. Un ritratto in due parti. Ecco allora che il busto (reintegrato in età moderna) e il frammento del volto sono posti faccia a faccia, diciamo così, ed affiancati da una ricostruzione 1:1 che mostra come doveva apparire l’originale in età romana. Ne viene fuori tutta la bellezza malinconica di Antinoo, che ebbe l’onore e la sfortuna di essere amato da Adriano, e morire giovanissimo in Egitto, finendo per essere adorato come un dio.