Il David di Donatello? Pfui! Quello di Michelangelo? Bah...ditemi quello che volete, copritemi di insulti e di improperi, ma per me l'unico David è quello, bellissimo, di Bernini alla Galleria Borghese. Ed è proprio la sua faccia corrucciata, concentrata, contratta nel raccogliere tutta l'energia per sconfiggere Golia, che campeggia sull'ultimo libro di Tomaso Montanari, La libertà di Bernini (Einaudi), appena arrivato in libreria per restituire al lettore un ritratto più complesso dell'artista-simbolo del barocco romano, che non lo consideri solo nell'ottica "propagandistica" dei papi del Seicento, ma ne riveli anzi contraddizioni, malesseri, insoddisfazioni. Insomma, un ritratto a tutto tondo...cosa si poteva desiderare di meglio per lo scultore del David e del Ratto di Proserpina che non una visione a trecentosessanta gradi della sua vita e delle sue opere?