Stendhal e la nera

Oggi non si parla di monumenti, di quadri o di fontane: anche Standhal si è fatto irretire dalla cronaca nera, a sentirlo raccontare certi fatti...

 

"Fino a pochi anni fa girava per Roma un mendicante noto alla polizia per un suo gusto particolare: gli piaceva avvelenare la gente. Pare che avesse ucciso due o tre persone. Una o due volte era stato messo in prigione, ma ne era sempre uscito grazie alla protezione di qualche 'fratone'. A un certo punto il furfante si accompagnò con una povera donna spagnola, che credo mendicasse anche lei: in capo a qualche mese l'avvelenò con l'arsenico. La povera donna dapprima urlò a perdifiato, ma appena un medico caritatevole l'ebbe salvata, dichiarò di essersi avvelenata da sola e che l'uomo non c'entrata affatto. La si incontrò di nuovo per le strade di Roma. Quantunque storpiata dagli effetti dell'arsenico, era sempre più innamorata del compagno. Di nuovo, dopo pochi mesi, costui le propinò il veleno: questa volta la povera donna morì. Il furfante non prese altra precauzione che di cambiare quartiere. In quel periodo però la carica di ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede era ricoperta da un uomo incomodo, il signor de Vargas, che pretese la punizione dell'assassinio".