Mi rendo conto del fatto che il nome non sia dei più diffusi oggi in città, e nemmeno dei più orecchiabili ma, avendo intitolato questa rubrica settimanale Voci di Roma, mi sento in dovere di dover ascoltare anche le voci del passato, anche di quello remoto. E qui si parla di un passato glorioso....Polidosso è stato uno dei cavalli impegnati nelle corse al Circo Massimo. E, visto che il circo ha da poco riaperto al pubblico (ne parleremo la prossima settimana), mi è sembrato più che doveroso ascoltare la sua voce. Ehmmm, pardon, il suo nitrito.
Allora caro Polidosso, ecco intanto lo zuccherino che le avevo promesso...
Grazie del pensiero, una zolletta di zucchero fa sempre piacere.
Un mosaico in Numdia recita: "vincas non vincas, te amamus Polidoxe" (vinca o non vinca, noi ti amiamo Polidosso)...lei insomma contende la palma di equino più famoso della Roma antica con il cavallo di Caligola che per poco non è diventato senatore.
Sì, non mi ha mai interessato la carriera politica, mentre ho sempre avuto la passione per le corse. Fin da quando ero un piccolo cavallo a dondolo. A dondolo?
Sì, il mio padrone era decisamente ricco e quando suo figlio gli chiese un cavallino giocattolo lui pensò subito di montarmi un dondolo sotto le zampe. Ma io non ne volevo sapere di star fermo e fare solo su e giù, e sa che corse ci siamo fatti col piccoletto?!?! Non si è mai divertito tanto.
E poi è cominciata la carriera nei circhi. Che effetto le fa sapere che il circo Massimo è ora riaperto al pubblico?
Beh sono davvero molto soddisfatto, mi ha molto intristito vederlo chiuso per qualche secolo. Certo, il concerto dei Rolling Stones fu memorabile, ma molto meglio correre, correre, correre, e
ancora correre.
Bene, grazie Polidosso per le sue parole e per aver condiviso i suoi ricordi, anche quelli - insospettabili - sui Rolling Stones. Come d'accordo, ecco un altro zuccherino...vuole salutare i nostri lettori?
Certo! E ricordate, Non c'è uomo che non erri, né cavallo che non sferri!