Quante volte, per un pomeriggio di shopping o una passeggiata al Pincio, siete passati per piazza del Popolo? La prossima volta che vi trovate da queste parti fareste meglio a passare per santa Maria del Popolo, perché questa basilica ha davvero tante cose da raccontarvi...
1. Fu papa Pasquale II a volere la costruzione della chiesa nel 1099; il luogo prescelto fu quello della tomba dei Domizi Enobarbi dove era stato sepolto anche Nerone: leggenda vuole che l'albero di noce cresciuto sulla tomba fosse infestato da cattivissimi corvi neri;
2. La basilica è detta così perché venne costruita grazie alle donazioni del popolo di Roma; secondo altri il nome deriverebbe dalla presenza di tanti pioppi, populus, nella zona;
3. Sotto papa Sisto IV, tra 1472 e 1477, la chiesa venne ricostruita e ampliata. Suo maggiore artefice fu Andrea Bregno, che è anche autore, assieme alla sua bottega, di molte delle opere dell'interno, conservate anche nel corridoio che conduce all'odierna sacrestia;
4. L'altare maggiore della basilica conserva un'icona della Madonna col Bambino che secondo la tradizione è attribuita che a san Luca, non a caso è protettore dei pittori;
5. Un tempo nella basilica si trovava anche la cappella Borgia, voluta da papa Alessandro VI, nella quale trovarono sepoltura Giovanni Borgia (figlio del pontefice), morto misteriosamente nel 1497, e di sua madre Vannozza Cattanei. La tomba di quest'ultima fu però distrutta, forse durante il sacco di Roma del 1527, e la lapide ritrovata solo nel 1984, sotto il pavimento della basilica di san Marco a piazza Venezia;
6. Il nipote di Sisto IV, Giulio II, concesse una delle cappelle della navata destra ad Agostino Chigi, il più celebre tra i banchieri e mecenati dell'epoca. Raffaello, tra gli artisti favoriti da Agostino, si occupò della progettazione dello spazio, la cui decorazione venne conclusa dopo oltre un secolo ad opera di Gian Lorenzo Bernini, che nel '600 si occupò del rifacimento parziale della basilica e della porta, protagonista di uno dei maggiori fatti di cronaca mondana del secolo...;
7. ...il 23 dicembre 1655 infatti la regina Cristina di Svezia entra trionfalmente in città dopo l'abdicazione al trono svedese; per l'occasione la porta del Popolo, proprio accanto alla basilica, venne ristrutturata da Bernini. Ancora oggi l'iscrizione menziona il "felici fastoque ingresso" della regina;
8. Vedete quella folla nel transetto sinistro? Attirati come mosche dal miele, i turisti si dirigono diretti verso la cappella Cerasi, dove Caravaggio ha lasciato due dipinti straordinari, che poi in realtà sono tre...
9. Eh sì, perché della Conversione di Saulo esistono due versioni: una, precedente a quella che si trova oggi nella cappella, è in una collezione privata romana. Ci sono poi le due opere "ufficiali" straordinarie e rivoluzionarie nel mettere in primo piano un cavallo e un sederone (quello dell'aguzzino di Pietro). Un consiglio: prima di distogliere lo sguardo dalla cappella Cerasi concedete anche un'occhiata (meritatissima) all'Assunzione dell Vergine di Annibale Carracci che fu, con Caravaggio, tra i protagonisti della scena pittorica romana tra XVI e XVII secolo;
10. Non spaventatevi uscendo dalla basilica: in controfacciata trova posto il macabro monumento funebre di Giovan Battista Gisleni (nella foto), architetto, scenografo e musicista che morì nel 1672. Fu forse lo stesso Gisleni autore del progetto della tomba che mostra uno scheletro avvolto da un sudario, un riuscitissimo esempio di memento mori, tanto in voga nei monumenti funerari dell'epoca, da Bernini in poi.