Pensate a quelli che, scavando dalle parti di via Quattro Novembre, si sono trovati davanti la sua faccia: quel naso schiacciato, le cicatrici sul volto, la bocca aperta a cercare aria...un incontro del genere deve essersi impresso per bene nella memoria dei protagonisti, e lo si capisce bene dalle parole di Rodolfo Lanciani, all'epoca (siamo nel 1885) era segretario della Commissione Archeologica Comunale: "sono stato presente, nella mia lunga carriera all'attivo nel campo dell'archeologia, a molte scoperte; ho sperimentato una sorpresa dopo l'altra; ho talvolta e per lo più inaspettatamente, incontrato reali capolavori, ma non ho mai provato un'impressione straordinaria simile a quella creata dalla vista di questo magnifico esemplare di un atleta semi-barbaro, uscente lentamente dal terreno come se si svegliasse da un lungo sonno dopo i suoi valorosi combattimenti". Il pugile di palazzo Massimo è una di quelle opere che da sola varrebbe la visita: capolavoro greco attribuito addirittura a Lisippo, o alla sua cerchia più ristretta, rappresenta l'atleta stanco dopo un incontro, le mani ancora coperte dai guantoni, l'espressione corrucciata di chi le ha date, ma le ha anche prese, e tante. Semplicemente, un capolavoro.