Siete ancora alla ricerca dei libri da leggere sotto l'ombrellone? Che ne dite di una storia a tinte fosche, una storia di ambizione, di trovate geniali, di papi e di principi, di palazzi e prigioni? Ecco, se siete alla ricerca di qualcosa del genere il vostro libro è la Vita di Benvenuto Cellini scritta per lui medesimo: sentite come racconta la sua fuga da Castel Sant'Angelo: "cominciai a farmi portare delle lenzuola nuove e grosse, e le sudice io non le rimandavo. Li mia servitori chiedendomele, io dicevo loro che si stessin cheti, perché io l'avevo donate a certi di quei poveri soldati [...]. Cominciai di queste lenzuola a farne fasce larghe un terzo di braccio: quando io ebbi fatto quella quantità che mi pareva che fussi a bastanza a discendere da quella grande altura di quel mastio di castel Sant'Agnolo [...]. Lasciatomi andare pian piano, sostenendomi per forza di braccia, arrivai insino a terra. Non era lume di luna, ma era un bel chiarore. Quando io fui sceso in terra, guardai la grande altezza che io avevo isceso così animosamente, e lieto me ne andai via". No, dico io, non è forse meglio della fuga di Papillon?