La prima cosa che si nota entrando nella basilica dei santi Cosma e Damiano e il grande mosaico absidale, che pare quasi di poter toccare: si tratta di un'opera datata agli anni Trenta del VI secolo, realizzata quindi solo una manciata di anni dopo la costruzione della basilica, uno degli ultimi grandi mosaici di epoca paleocristiana, ancora lontano dall'astrazione trascendente dei mosaici di impronta bizantina di sant'Agnese o santo Stefano Rotondo, per esempio. Ma il mosaico non è la sola opera della basilica che guarda al passato...l'antico ingresso dei santi Cosma e Damiano è addirittura ricavato direttamente in un edificio antico, come si vede bene dalla grande parete vetrata in fondo alla basilica: da qui è ben visibile, anche se sette metri più in basso, il cosiddetto tempio di Romolo, costruito da Massenzio nel IV secolo, per lungo tempo utilizzato come atrio monumentale della basilica. Ma...ma arrivò a un certo punto Urbano VIII, che nel 1632 decise di rialzare il pavimento della basilica per allontanarsi quanto più possibile dall'area, acquitrinosa e malsana, del foro Romano. Al suo intervento si deve gran parte dell'aspetto attuale, prepotentemente barocco, della basilica...ma il mosaico, quello per fortuna venne risparmiato.