Tra un paio di giorni si celebrerà la festa della donna, con le mimose che al solito sono fiorite un mese prima, e i bar traboccanti di tubi di Baci Perugina...per festeggiare anche sul blog, il post di oggi sarà dedicato a una donna...e che donna! Olimpia Maidalchini Pamphilj è stata per qualche decennio la donna più potente, chiacchierata e temuta di Roma, e ha lasciato in città non poche tracce...
1. la galleria Doria Pamphilj su via del Corso conserva il suo più celebre (e impietoso, da un punto di vista squisitamente estetico...) ritratto, realizzato da Alessandro Algardi;
2. piazza Pasquino, perché negli anni del pontificato di suo cognato Innocenzo X sono state infinite le pasquinate a lei dedicate, come questa "Chi dice donna, dice danno, chi dice femmina, dice malanno, chi dice Olimpia Maidalchina, dice donna, danno e rovina";
3. piazza Navona, al centro della quale c'è il capolavoro della sua carriera "diplomatica" di papessa. Pare sia stata infatti lei (lusingata da un fantomatico modellino in argento massiccio) a suggerire al papa di assegnare la commissione a Gian Lorenzo Bernini (con nostro grande apprezzamento);
4. Viale di donna Olimpia, a Monteverde, dove Pasolini ambienta alcune scene dei suoi Ragazzi di Vita;
5. I giardini affacciati sul Tevere, all'altezza del Lungotevere Ripa, dove un tempo sorgevano i giardini di donna Olimpia,
6. l'arco di Paolo V, lungo la via Aurelia Antica, meglio noto come l'arco di Tiradiavoli, dove secondo la leggenda il fantasma di Olimpia passava su un carrozza piena d'oro, per poi andare a finire, dopo una corsa a scavezzacollo, nel Tevere;
7. ponte Sisto, perché il suddetto fantasma passava anche sul ponte prima di concludere la sua corsa nel fiume...