Se solo qualche scrittore in cerca di una storia facesse un po' di attenzione a quello che si cela tra le sale di palazzo Altemps potrebbe ricavarne un'archeo-spy story che diventerebbe presto un best seller, un film blockbuster e/o una serie degna de Il trono di spade. Gli ingredienti ci sono tutti: un'opera d'arte bellissima ma misteriosa, una di quelle sul cui significato gli archeologi si accapigliano da anni ormai, un doppio dalla dubbia provenienza (e la chiacchieratissima autenticità), un rinvenimento fortuito. Ma cominciamo dalla fine, da quando cioè, rasa al suolo l'antica villa Ludovisi viene ritrovato (dalle parti dell'odierna via Piemonte) un grande "coso" - l'indefinito è d'obbligo - in marmo decorato con immagini difficili da decifrare. Il trono Ludovisi, così viene subito battezzato, diventa in poco tempo il rompicapo preferito dagli studiosi, che fanno mille ipotesi sulla sua funzione e sul significato di quelle immagini. L'idea è che potesse essere stato utilizzato come trono della statua di culto del tempio di Afrodite Ericina...fin qui tutto bene, posto che quell'oggetto sia davvero un trono, e non qualcos'altro, che quella figura femminile rappresentata sul fronte raffiguri proprio Venere e non, come altri hanno supposto, Gea, Teti, Perfefone, Giunone o chissà chi altra...e posto che il nostro trono non abbia niente a che vedere con il sedicente trono di Boston, forse una copia moderna realizzata da qualche falsario per cavalcare l'onda o forse no...Insomma, in assenza di certezze (che in archeologia sono ahimè rarissime) bisognerò accontentarsi delle versione più accreditata, e goderci la bellezza assoluta di un "coso" di ineguagliabile fascino. Aspettando poi un libro che attende solo di essere scritto....