Maritozzi per la quaresima? Non fraintendetemi, non faccio riferimento a quelli voluttuosi e pieni di panna che occhieggiano dalle vetrine di Regoli, ma a quelli - ben più semplici - che un tempo erano gli unici dolci concessi nei giorni antecedenti la Pasqua. Partiamo da lontano, perché la storia di questa delizia pare risalga addirittura all'antica Roma, quando si era soliti preparare pagnottelle con l'aggiunta di miele e uvetta (i dolci all'epoca non erano così dolci...); nel Medioevo questi panini rappresentano l'unica deroga al regime di digiuno imposto durante la Quaresima, tanto che allora di parla di Quaresimale o di Santo Maritozzo. Ce ne parla anche Giggi Zanazzo, la cui opera è fondamentale per chiunque voglia capire meglio la storia delle tradizioni romane: "in Quaresima, per devozione, si mangiano i maritozzi; anzi c'è qualcuno che è così devoto da mangiarsene chissà quanti al giorno. Meno male che lo fa per devozione!" E la panna? Quella arriva più tardi, ma con mia somma gioia. Possiamo parlare anche in questo caso di devozione sì, ma molto terrena.