Bernini ci ha messo una pezza (lui che pare abbia messo a repentaglio la stessa stabilità della basilica, ma di questo parleremo in un'altra occasione), realizzando una piazza bella ampia che desse respiro a tutta la facciata, ma il danno era ormai fatto: la cupola di san Pietro, che si vede più o meno da tutta Roma, non si vede dal sagrato. Il problema sta proprio nel progetto, rivisto più volte dal momento in cui Giulio II affidò la ricostruzione della basilica a Donato Bramante; se si fosse riusciti a portare a termine quel progetto, ora avremmo una san Pietro a pianta centrale, un grosso cubo sormontato da una cupola (vi ricordate la faccenda di san Pietro in Montorio e della religieuse? Ecco, sarebbe stato più o meno così). E invece, vuoi per il passare dei decenni, vuoi per il progressivo affermarsi, dopo il concilio di Trento, della pianta longitudinale che potesse condurre direttamente lo sguardo del fedele verso l'altare, senza distrazioni (si fa per dire...a san Pietro è impossibile non distrarsi), alla fine ci siamo ritrovati con una lunghissima navata ed un'altrettanto larga facciata, che impedisce di fatto di vedere la cupola, se non a una certa distanza. Ironia della sorte, l'apertura di via della Conciliazione che ha del tutto cancellato la spina di Borgo almeno un merito ce l'ha: quello di averci restituito er cupolone.