Uno scambio di persona. Dobbiamo ad un errore l'aver conservato una delle poche statue in bronzo della Roma imperiale: chi altro poteva essere quel prode cavaliere che arringava le folle se non Costantino, il primo imperatore cristiano? Così si pensava nel Medioevo quando, pur avendo fuso e riutilizzato gran parte della scultura in bronzo dell'antichità, si è ben pensato di non riservare la stessa sorte a chi aveva concesso la libertà di culto ai cristiani. E qui casca l'asino! Perché Costantino, che conosciamo da ritratti più o meno ufficiali, non ha mai - dico mai - avuto la barba, mentre Marco Aurelio sì, e lo sappiamo bene. Della collocazione antica della statua non sappiamo molto ma, almeno dall'VIII secolo doveva trovarsi nella zona del Laterano, dove rimase fino al 1538 quando Paolo III decise di trasferirla in Campidoglio, affidando a Michelangelo l'onore di sistemare la statua e farne il fulcro della piazza. Attenzione però a non confondersi ancora: il Marco Aurelio originale oggi se ne sta al riparo all'interno dei musei Capitolini. Questo qui, realizzato negli anni Novanta dai tecnici della Zecca dello Stato, è la sua controfigura.